giovedì 3 dicembre 2009

Tempo di sorrisi



Oggi è giorno di sorrisi. Sì, mi piace proprio pensarla cosi', ex post, davanti alla mia scrivania.. e molte cose che si sono succedute nella mia giornata mi hanno fatto pensare immediatamente a questo post.
I sorrisi alle ultime lezioni del professor Kim, stamani, e soprattutto stasera nel seminario serale dalle 6 alle 9: quelli degli studenti per la fine del corso e le belle parole di ringraziamento del professore per aver partecipato attivamente alla classe; quello di JN di soddisfazione per un semestre che sta per finire e di paper promettenti per la ricerca della cattedra.
I sorrisi di contentezza, che pero' ho solo potuto immaginare attraverso l'email e le parole di Skipe, dei miei genitori alla "sorpresa newyorkese".
I sorrisi della campagna "Take a breath: Smile Purdue", lanciata oggi nel campus, e in Rete, da un'associazione di studenti per promuovere la pace e per combattere lo stress dei nostri impegni quotidiani (e universitari) che spesso non ci fanno sorridere agli altri e che non ci fanno ricordare quanto sia invece importante affrontare il mondo e le persone che ci stanno attorno con una smiling face, anche se le cose non vanno come vorremmo. Un sorriso che attiva una catena di felicità tra gli individui, come dice il sito web dell'iniziativa. Cosi' la foto che vedete è la mia (orribile) faccia prestata alla campagna oggi davanti a Stewart Hall. Una ragazza, indovinate un pò, cinese, mi ha fermato e mi chiesto una foto per la campagna..e dopo aver messo la testa a Siena, non potevo non mettere il sorriso a Purdue. Faceva freddo ma il mio sorriso avra' sicuramente riscaldato qualcuno...come le altre centinaia di facce sorridenti che trovate sulle pagine web della campagna.
Il sorriso che ha fatto stasera Edward quando ho lavato tutti i piatti e le stoviglie della giornata di tutti gli inquilini...in cambio ho ottenuto che domani mi sistemi la televisione in camera. Ma anche e soprattutto il mio sorriso, ilare e paraculo, alla quinta volta consecutiva che Ed metteva nello stereo la stessa canzone. Una canzone del 1976, di Leo Sayer che si intitola "You make me feel like dancing". Una canzone in falsetto, tipo Mika, che ormai mi ronza nelle orecchie da circa un'ora. E' la prima sera in quasi un mese che il mio padrone di casa accende (e direi a volume molto alto) lo stereo nella living room. La compilation prevede solo musica Settanta-Ottanta con poche trasgressioni negli anni Novanta..come Barbie Girl and Mbop! Non ci potevo credere! Mi immagino Noah che dira', lui che è lì che studia per i finals con la camera al primo piano. E via ancora con Leo Sayer..ormai è un idolo in North Grant Street che vi metto anche il link al video su YouTube, cosi' che lo possiate ballare nelle vostre case, o magari comprare la giacchina gialla come la sua, o chiederlo come dedica speciale sabato sera al Gallery...che dite ragazzi? "Tururutttuttù! You make me feel like dancing!"
Un sorriso è un piccolo gesto, gratuito, di cui troppo spesso ci dimentichiamo, e che invece in questa società, così egoista ed effimera, vale sempre la pena di fare. Affrontare la vita col sorriso, così come faceva sempre un caro amico che ora non c'e' più e al quale dedico questo post stasera.

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